Negli ultimi giorni ho assistito a una sommossa su un autobus.
E anche a una rissa tra genitori e un quasi-linciaggio all’uscita da scuola. Mi sembra un segnale in più che questa situazione “seconda ondata Covid” ci stia sfuggendo di mano.
Andare a scuola in autobus nell’era del Coronavirus
Storia numero 1 – Siamo in ritardo per andare a scuola, dobbiamo andare in autobus. Arriva il 913 ed è un po’ pieno per i miei gusti, ma stiamo facendo tardi così saliamo a bordo. Il Picinin conquista un posto a sedere, io e Piccolé ci mettiamo ai suoi lati a mo’ di scudo. In un paio di fermate, l’autobus si riempie. I passeggeri iniziano a protestare sempre più rumorosamente. Ci avviciniamo a un’altra fermata con una decina di persone in attesa. La folla decide che non devono entrare e chiede all’autista di non aprire le porta. L’autista dice che l’autobus non è pieno all’80% e prova ad aprirle. Due energumeni bloccano le porte con il loro corpo, l’autista protesta ma tutti urlano. “Vieni tu qua dietro!”, volano insulti e minacce. Piccolè scoppia a piangere, per fortuna siamo già arrivati.
Il guerriero Smascherato
Storia numero 2 – La scuola è in cima a un colle, nel bosco e, per accompagnare i bambini, c’è una bella strada da fare ogni giorno (dopo il viaggio in autobus). Succede che un signore, in pieno allarme Covid, pensa bene di togliersi la mascherina per godersi meglio la passeggiata in discesa, dopo aver lasciato il figlio. Una signora lo incrocia e dice con un sorrisetto: “mi sembra che lei abbia più di sei anni, metta la mascherina”. Quello si mette a urlare che sono tutti scemi e va avanti a insulti per dieci minuti davanti ai bambini sbalorditi.
La macchinetta imbizzarrita
Storia numero 3 – Questa è forse la storia che mi ha più colpito. All’improvviso, il 3 novembre, mentre in altre regioni le scuole chiudevano, la nostra ha deciso di avviare il tempo pieno. Così all’improvviso la stradina che costeggia la scuola è passata dall’esser deserta, alle 4, ad essere piena di bambini, genitori, neonati nei passeggini, cani e anche qualche scoiattolo. Un ragazzetto di 16-17 anni si è trovato in mezzo a quella stradina sterrata – che è chiusa al traffico solo negli orari di entrata e uscita dalla scuola elementare – proprio nel massimo del casino con la sua macchinina da Roma Nord. Mamme e maestre se lo sono mangiato, hanno iniziato a urlargli contro di tornare indietro e andarsene subito via. Lui, impanicatissimo, ha messo sì la retromarcia ma, in tutto quel delirio, ha rischiato di investire una o due bambine.
Tutto questo è successo negli ultimi tre giorni. Ora io sono felicissima che le scuole siano aperte (anche perché abbiamo i nonni in quarantena preventiva e non so come resisteremmo altrimenti), ma penso proprio che ci dobbiamo dare tutti una calmata. Se non finiamo all’ospedale per Covid, andando avanti così, ci finiamo per esaurimento nervoso.