
A. sta partendo per Milano. Uno dei soliti suoi viaggi di lavoro, con il treno di notte.
Starà via solo un paio di giorni, come sempre. Ma stavolta mentre fa la valigia c’è un’atmosfera un po’ strana. Lo diciamo un po’ scherzando: e se ti bloccano in Lombardia?
Lui non ha mai voluto spostare la residenza dal varesotto, anche se vive a Roma da cinque anni. E ora chissà, questa potrebbe essere la scusa per non farlo tornare a casa.
Anche perché non è che sta proprio benissimo, qualche giorno fa aveva la febbre alta, molto alta. Un’influenza, ma vaglielo a spiegare alla protezione civile. E se gli misurano la temperatura in stazione ed è salita di nuovo?
Dà un bacio ai bambini che dormono, mi abbraccia e esce di casa. Lo sento tossire per le scale. Secondo me questa è la volta che lo arrestano.
I treni e l’allarme coronavirus
In cerca di notizie sui treni e l’allarme coronavirus, ho trovato un comunicato della Ferrovie che annuncia riduzioni della circolazione (qui il testo integrale di Rfi).
“In via precauzionale, l’offerta dei servizi di trasporto da domani, martedì 25 febbraio, sarà ridotta, anche in funzione della domanda di trasporto prevista dalle imprese ferroviarie. I programmi di circolazione saranno pubblicati nelle prossime ore sui canali delle imprese ferroviarie”.
Ancora sui siti di Trenitalia e di Italo non ci sono i dettagli sui treni confermati o annuali, ma articoli che spiegano ai viaggiatori le misure precauzionali di emergenza da adottare e su come fare a richiedere i rimborsi.
Chi ha acquistato dei biglietti verso il Nord Italia e vuole rinunciare a partire, può chiedere il rimborso integrale del biglietto. Nella maggior parte dei casi (fanno eccezione solo i treni regionali), però, il rimborso avviene con un voucher per un nuovo viaggio. Per i Trenitalia questo è il link per chiedere i rimborsi dei biglietti. Questo è invece il link per i rimborsi di Italo.
Io a convincere A. a non partire ci ho provato, e questo post lo dimostra nei secoli dei secoli.