
“Babbo Natale è… stupido!”, ha detto Piccolè con il biglietto d’oro tra le mani.
Mentre lo rigirava da una parte all’altra, la bambina (5 anni) non era molto felice del regalo di un viaggio in vagone letto. Anzi, era infuriata.
La storia dei biglietti dorati
Era la vigilia di Natale e poco più di tre ore dopo saremmo partiti in una cuccetta verso Milano. Dormire in treno era, da tempo, un sogno dei bambini, che guardavano a bocca aperta il papà quando partiva di notte. E la passione era aumentata da quando avevano visto (e rivisto e rivisto ancora) il film Polar express, dove un gruppo di bambini partono in treno per il villaggio di Babbo Natale.
Così avevamo prenotato una cuccetta per viaggiare di notte in treno con i bambini la notte di Natale. E gli avevamo fatto trovare, durante la cena della vigilia, dei biglietti dorati proprio come quelli del film.
Li avevamo scaricati, per poi modificarli e stamparli su cartoncino dorato, dal blog Mommy will play (grazie! http://mommywillplay.blogspot.com/2013/11/polar-express-tickets-printables.html?m=1. )
I biglietti erano perfetti, tanto che Piccolè ha temuto davvero di dover partire da sola per il polo Nord, come il bambino del film. Ci abbiamo messo quasi mezz’ora a convincerla che io, il papà è il fratellino saremmo stati sempre con lei.
La partenza con il vagone letto
Da quel momento in poi, è stato tutto più facile. Il treno per Milano partiva a mezzanotte meno cinque (come in Polar express) e la stazione Roma Tiburtina era quasi deserta. Un pianoforte a disposizione dei viaggiatori rendeva l’esperienza più magica (e il Picinin lo ha subito voluto suonare).
Sul binario abbiamo incontrato un’altra famiglia e Piccolè è corsa dai bambini a chieder loro se avessero ricevuto dei biglietti dorati, “stranamente” non hanno capito la domanda. I genitori, intanto, ci guardavamo come se fossimo pazzi.
A bordo abbiamo dato i biglietti, dove avevamo scritto il numero della nostra carrozza e dei posti e il pnr, al capotreno (che è stato al gioco) e ci siamo diretti ai nostri posti.

In cuccetta con i bambini
Avevamo prenotato un cuccetta da quattro posti, che è un piccolo scompartimento con due letti a castello, uno di fronte all’altro, una scaletta e una cappelliera per i bagagli. C’erano anche cuscini, coperte e lenzuola, mentre per il lavandino e il gabinetto bisognava andare in fondo al vagone.
Abbiamo trovato sui letti un piccolo benvenuto con un bicchiere d’acqua, un succo di frutta, una pesca, una salvietta e un pettinino che ha entusiasmato i bambini molto più del latte al cacao che avevo portato io, per scimmiottare il rinfresco del film.
Noi avevamo prenotato interamente la cuccetta comfort da quattro, per avere un po’ di intimità, anche se poi abbiamo usato solo due letti.
Piccolè sognava di dormire al piano di sopra e io ho pensato di dormire con lei per proteggerla, visto che il letto a castello non ha protezioni anti-cadute adatte a bambini così piccoli. Pensavo di dormire comodamente a testa e piedi con la pupa.
Quando però il Picinin ha visto che la sorella dormiva con la mamma, ha voluto a tutti i costi venire lassù anche lui. Così ci siamo incastrati in tre in una sola cuccetta e ho passato la notte a parare gli slanci di Piccolè, che nel sonno continuava a rotolar verso il vuoto, e togliermi di dosso il piccoletto che mi si arrampicava in braccio.
I bambini, cullati dal rumore del treno, hanno dormito benissimo, almeno loro.

Il risveglio a bordo all’alba
Al mattino – quando alle sei e mezzo ci ha svegliato il capotreno – hanno visto che Babbo Natale era venuto a trovarli in treno. Ancora assonnati stavamo guardando i regali, che il treno è arrivato in stazione, a Milano Garibaldi, e siamo dovuti scendere al volo.
Abbiamo raccattato le nostre cose di corsa e appena il treno è partito, mi sono accorta di non trovare più il telefonino. Solo dopo aver contattato la biglietteria e fatto chiamare il capotreno, ci siamo accorti che il mio cellulare lo aveva preso A. Emergenza rientrata e figuraccia colossale, ma non per niente mi chiamano Calamity.
Il viaggio poteva continuare, ed è stato mentre aspettavamo il treno per Varese facendo colazione con panettone e cioccolata calda che Piccolè si è convinta che stesse partecipando a un’avventura magica.
Tutta assonnata e un po’ infreddolita, ha infatti messo i soldi in un distributore automatico per comprare un pacchetto di Ringo, e la macchina gliene ha dati due. Non ci poteva credere. Lo ha raccontato a chiunque incontrasse per giorni e giorni. È stata quella, per lei, la vera magia del Natale.
Alla fine, alle 9 e mezza di mattina eravamo a casa della nonna, pronti per infilarci ancora un po’ a letto, e continuare a sognare.
Consigli per viaggi in vagone letto con i bambini
Bisogna portare documenti di identità di tutti i passeggeri,
Portare vestiti a cipolla perché all’arrivo in stazione all’alba fa molto freddo (e a volte anche a bordo),
È meglio chiudere la porta della cuccetta dall’interno per evitare furti,
Meglio portare acqua e qualcosa da mangiare, per essere pronti anche in caso di ritardi. Noi abbiamo trovato nella cuccetta kit di benvenuto con un bicchiere d’acqua a testa e dei biscottini, ma non bastavano a fare colazione.
Per una maggiore comodità si può scegliere, invece della cuccetta, un vagone letto per tre persone o due vagoni letto da due persone comunicanti. Hanno anche il lavandino e (quelli più cari, solo su alcune tratte) persino una doccia privata.
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