
Ho incontrato Babbo Natale sull’autobus. Seduto tra i passeggeri, faceva il vago.
Come se potesse passare inosservato, con la barba bianca, il cappello, il mantello e tutto l’armamentario.
Lui cercava di farsi i fatti suoi guardando fuori dal finestrino. (Ormai è quasi una tradizione, ogni anno incontro un Babbo Natale un po’ bislacco. Questo mi è stato subito simpatico, forse per la solidarietà che mi nasce spontanea verso gli altri passeggeri dell’Atac.
Chissà a che cosa stava pensando. Forse immaginava i regali che avrebbe voluto lui. Babbo Natale avrà qualcuno che gli fa dei regali? O dovrà accontentarsi dei biscotti sbriciolati e di tutti i bicchieri di latte che gli lasciano i bambini (sai che mal di pancia dopo quella nottata)? E cosa potrà mai volere? Un nuovo modello di slitta? Oppure dei droni tipo Amazon per gestire tutte le consegne del 25 dicembre dal caminetto di casa sua?
Magari è goloso di dolci o è un collezionista di francobolli (con tutte le lettere che riceve). Scriverà anche lui una letterina? E a chi? Avrà un collega, la Befana forse? O forse ci penserà da sé? Forse esiste un un Babbo Natale apposta che pensa a Babbo Natale.
Per esempio, io ce l’ho. È la mia nonna e proprio ieri mi sono fatta regalare una borsa che volevo da un sacco e che troverò sotto l’albero. Ho pensato a quanto è più facile essere una mamma quando puoi essere ancora anche figlia, e addirittura nipotina un po’ viziata, ogni tanto. E allora quello che auguro con tutto il cuore a Babbo Natale è che abbia anche lui un Nonno Natale che si occupi di lui quando torna a casa stanco.
Aggiornamenti
Sono state giornate un po’ complicate, continuiamo a fare dentro e fuori dagli ospedali (per fortuna senza niente di grave). Prima Piccolè si è fatta un occhio nero per fare l’albero di Natale, poi il Picinin si è preso la scarlattina, ora il papà casca e pende da tutte le parti. Io non ce la posso fare. Meno male che ci sono i nonni.
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