
Si chiamano nasoni e già il nome ispira subito simpatia.
Le fontanelle di Roma sono un alleato contro l’afa dell’estate dalla fine dell’Ottocento.
Oltre 200 nasoni si trovano nel centro storico (qui una mappa su dove trovare le fontanelle a Roma) e 2.500 in tutta la citta. Per fare da guida ai nasoni il Picinin (un anno e mezzo) è il cicerone perfetto.
Il bambino ha una passione per le fontanelle di Roma e ha memorizzato la posizione di quelle più vicine a casa dove è obbligatorio fare una sosta per bere, giocare e rinfrescarsi a ogni passaggio. E che tragedia quando la fontanella è occupata da qualcuno che ci ha lasciato un cocomero o delle bibite per tenerli in fresco! Questa abitudine che parla di una Roma antica e di borgata continua ad essere diffusa nella città.

Trovata una fontanella libera, di solito il Picinin inizia timidamente bagnandosi le mani e avvicinando la bocca al flusso d’acqua. Un attimo dopo ci infila direttamente tutta la testa sotto, come un cagnolino, spruzzando da tutte le parti.
Questa mossa è anche una delle sue migliori strategie di rimorchio, visto che poche bambine resistono al richiamo di schizzi e giochi d’acqua (le loro mamme, a volte, sono un po’ meno contente). Ma del resto fontane e fontanili erano luoghi di appuntamenti romantici fin dai tempi più antichi, e come si può interrompere una tradizione così dolce?

Ecco tutto quello che c’è da sapere sui nasoni di Roma
Sono le fontanelle in ghisa a flusso continuo di acqua diffuse in tutta la città. Le ha introdotte il primo sindaco dopo l’Unità d’Italia, Luigi Pinciani, nel 1874 e all’inizio avevano tre cannelle forma di testa di drago. Ancora è possibile vedere in centro alcuni esemplari del modello originale, per esempio a piazza del Pantheon.
Nel 2017 il sindaco di Roma Virginia Raggi ne aveva ordinato la chiusura tra le misure di contrasto alla siccità, ma sono state riaperte l’anno successivo.
L’acqua dei nasoni non solo è potabile, ma è fresca e buonissima, oltre che gratuita, sottoposta a centinaia di controlli. I romani la chiamano amichevolmente “l’acqua del sindaco”.
Lo scorrere dell’acqua ha una funzione precisa e serve a mantenere la pressione degli acquedotti e evitare la proliferazione dei batteri, spiega questo articolo di Internazionale che spiega bene la funzione sociale dei nasoni. L’acqua delle fontane, inoltre, viene reimpiegata nell’irrigazione e per altri usi.
Romani e turisti assetati hanno ormai a disposizione diverse mappe, cartacee e digitali, per localizzare il nasone più vicino. C’è anche un’app gratuita “I nasoni di Roma” con il censimento delle fontanelle della città (e non solo) che promuove il libro di Fabrizio DiMauro, “I nasoni di Roma e le altre fontanelle”. Un sito con una mappa wiki molto curata è fontanelle.org.
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2 commenti
Non lo sapevo @ale! Chissà se anche a Milano avevano le cannelle a forma di testa di drago.
Interessante! A milano li chiamiamo draghi verdi 😉