Fate la spia, chiamate la polizia! Crescere senza omertà

Bambina fa la spia

“Se vedi qualcosa, dì qualcosa”. C’è scritto quasi dappertutto negli Stati Uniti.

“If you see something, say something”, dice un cartello sugli autobus e nella metropolitana. Chiama la polizia. In Italia, la polizia non la chiama mai nessuno. Ci crescono fin da bambini con la storia che non si fa la spia e così l’omertà si diffonde sempre di più. “Chi fa la spia non è figlio di Maria”.

Toglie il respiro il racconto del bambino ammazzato di botte a Milano. Penso che dietro a ogni violenza domestica, dietro a ogni tragedia familiare c’è qualcuno che ha sentito, ma ha preferito “farsi i fatti suoi”. “Tra moglie e marito non mettere dito”, è un altro modo di dire.

Quando chiamare la polizia

Io da quando sono a casa nuova, ho chiamato la polizia due volte. È venuto fuori parlando con dei vicini, e quasi mi sono vergognata io. La prima volta, in piena notte, mi ha svegliato una coppia che litigava in strada, ho chiamato il 113 quando lei ha gridato “lasciami, così mi strozzi”. La seconda volta, qualche mese dopo, un ragazzo fuori di sé urlava per le scale contro la sua ex fidanzata e aveva rotto una finestra prendendola a cazzotti.

Tutte e due le volte, i poliziotti sono arrivati in pochi minuti. Hanno detto che avevamo fatto bene a chiamare, anche se probabilmente non c’era nessuna tragedia imminente. Di dare l’allarme ogni volta che si sente o si vede qualcosa di brutto.

Del resto questo è il Paese dove ai corsi di autodifesa ti dicono di urlare “al fuoco! Al fuoco” se qualcuno ti attacca, perché se gridi “aiuto!” le persone si spaventano e non arriva proprio nessuno ad aiutarti.

Insegnare che l’omertà fa schifo

Allora, da mamma, non voglio più dire ai bambini “non si fa la spia”. Ma insegnare loro a parlare e a denunciare quello che non va. Dire che l’omertà fa schifo. Che poi diventa troppo tardi.

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