
Buon otto marzo! Quale migliore occasione per sognare un viaggio “femminista”.
Ecco dove portare i bambini per mostrargli tutta la forza delle ragazze. Prendo spunto da un articolo di Lonely planet sulle sette città dove le donne hanno cambiato la storia. Molte sono città del mio cuore come Parigi o Amsterdam e non le avevo mai viste da questo punto di vista.
Di alcune delle protagoniste di questo racconto non ricordavo di aver mai sentito parlare. Forse non è un caso, visto che i loro nomi sono stati cancellati da libri e monumenti per cancellarne la memoria, come è successo alla prima regina d’Egitto, Hatshepsut. Un motivo in più per ricordarne le avventure.
Sette città di grandi donne secondo Lonely Planet
La Parigi di Simone de Beauvoir
A Parigi ho vissuto, qui ho conosciuto mio marito e continuo a tornare spesso (nell’ultimo viaggio in tre). Uno dei motivi di tanto amore per la città nasce da fascino delle donne, che mi sembrano così libere, originali, indipendenti. E lo sono da secoli, almeno a pensare a Giovanna D’Arco che nel Quattrocento si unisce all’esercito e lo guida alla vittoria contro gli invasori inglesi, o alla marcia delle donne su Versailles nel 1789, uno dei momenti fondamentali della rivoluzione.
La donna scelta però dalla Lonely planet come quella che più delle altre ha cambiato la storia è vicina a noi, nel tempo, ed è anche una delle mie scrittici preferite, Simone de Beauvoir. È lei, nel Secondo Sesso, che nel 1949 scardina i condizionamenti della storia e della civiltà a cui sono sottoposte “le femmine dell’uomo” e cerca la strada per liberare il loro genio. Sua è la frase:
“Donna non si nasce, ma si diventa”.
Simone De Beauvoir, Il Secondo sesso
Grande viaggiatrice, aveva deciso di vivere in hotel anche quando era a Parigi (una cosa che le invidio molto, alla duecentesima lavatrice della settimana). Viveva in alberghetti economici sulla Rive Gauche con il suo compagno, il filosofo esistenzialista Jean-Paul Sartre, e si rintanava a scrivere nei caffè dalle parti di Saint-Germain. Il suo preferito era il Deux Magots.
Si possono ancora respirare le atmosfere della Parigi di quegli anni al Café de Flore, poco distante (ma abbastanza caro). O andare a visitare la tomba sua e di Sartre al cimitero di Montparnasse. Si trova lì anche quella di Baudelaire e altri grandi dell’arte e della letteratura francese.
Amsterdam con Anna Frank
Mi ha stupito la scelta di includere Anna Frank (1929–45), vittima poco più che bambina del nazismo, tra le donne che hanno cambiato la storia. In realtà, però, la lettura del suo diario e la visita del rifugio dove è stata nascosta ad Amsterdam, sopra gli uffici di 263 Prinsengracht, sono un urlo potente come pochi contro la follia del nazismo. E la bellezza e la lucidità della scrittura di Anna, nel diario mostrano che non c’è modo per incatenare una mente libera.
È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare.
Anna Frank, Diario
Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore. Semplicemente non posso fondare le mie speranze sulla confusione, sulla miseria e sulla morte.
Avevo visitato la casa di Anna Frank quando avevo la sua età, in viaggio con i miei genitori, e l’esperienza mi ha colpito così tanto che ci sono voluta tornare da mamma, nel nostro viaggio ad Amsterdam, anche se Piccolé aveva meno di un anno. Si è rivelato straziante e la bambina, in quegli spazi angusti dove vivevano otto persone in 50 metri quadri, è scoppiata a piangere e non smetteva più.
Per preparare bambini (un po’ più grandi, direi dai sei anni) a questa visita si può leggere la storia di Anna Frank della serie Piccole donne grandi sogni o la graphic novel tratta dal diario.

La Città del Messico di Frida Kalho
Ecco un’altra donna e un’altra città che amo. Città del Messico è stata il primo pezzetto di America Latina che ho conosciuto, a 19 anni. La città – enorme, rumorosissima e colorata – mi ha intimidita, all’inizio, poi ho scoperto Frida e i suoi quadri mi hanno guidato attraverso un mondo di antichi miti, lotte rivoluzionarie, grandi passioni e forti dolori.
Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni
Frida Khalo
A Città del Messico questa artista ha lasciato una traccia profonda. Si può ripercorrere la sua vita dal terribile incidente con il tram davanti al mercato di San Juan, che la lascia semi-paralizzata, e dall’Antiguo Colegio de San Ildefonso, dove incontra l’amore della sua vita, il pittore Diego Rivera. Si possono vedere alcuni dei murales di Diego.
Ci sono poi la casa Azul di Coyocan dove Frida viveva con la sua famiglia e ha passato con Diego gli ultimi anni della sua vita (oggi ospita il museo di Frida con alcune delle sue opere più famose oltre a tantissimi oggetti) e la modernissima Casa Estudio Diego Rivera y Frida Kahlo. Sono due edifici separati da una passerella per stare insieme e avere, al tempo stesso, ognuno i suoi spazi.
Molte opere di Frida sono esposte poi al museo Dolores Olmedo. E parlano di lei anche le piramidi azteche di Teotihuacan (a 40 chilometri dalla città), sulle quali si arrampicava sfidando la malattia.
Frida è un’artista che può piacere molto alle bambine. Una nostra amica di cinque anni se ne è innamorata così tanto che ha voluto mascherarsi da lei a Carnevale (nella foto) e aveva chiesto la sua bambola a Babbo Natale. Esiste addirittura una Barbie Frida (chissà cosa ne avrebbe pensato lei!) e tantissimi libri a lei dedicati.
San Pietroburgo con Caterina la Grande
Se Parigi, Amsterdam e Città del Messico sono città che ho conosciuto e amato. Di San Pietroburgo mi rimane poco più di un sogno. Sono stata qui con la mia famiglia quando avevo sei anni e ho ricordi indefiniti di un’atmosfera magica, un fiume e una donna su una barca che cantava.
Mi rimangono solo alcuni flash dello splendore di viali e palazzi. I più famosi, il museo Hermitage e il palazzo d’Inverno, sono stati voluti da Caterina II (1729–1796), Grande imperatrice di Russia. La zarina, famosa per il suo “dispotismo illuminato”, guidò l’impero in quella che è considerata la sua età dell’oro.
Luxor con la regina Hatshepsut
Ecco invece un luogo e una storia che non conoscevo affatto. Leggo che il tempio di Luxor, in Egitto, in origine è stato fatto costruire da Hatshepsut (nel 16° secolo avanti Cristo), la prima donna ad ottenere pieni poteri e il titolo di faraone, secoli prima di Cleopatra. Alla sua morte, per cancellarne la memoria, il suo nome fu cesellato via da colonne e monumenti.
Pechino con l’imperatrice Cixi
Anche la Cina ha la sua eroina, nell’imperatrice Cixi (1835–1908), una delle donne più potenti della storia dell’impero. In origine una concubina dell’imperatore, conquistò la guida della Città Proibita alla sua morte con un colpo di stato.
La Varsavia di Marie Curie
La scienziata più famosa del mondo, Maire Curie (1867–1934), non riusciva a trovare un laboratorio che l’assumesse ma ha vinto due premi Nobel. È cresciuta a Varsavia anche se ha studiato e conquistato la fama a Parigi. Molto legata alle sua terra d’origine, ha chiamato Polonio il nuovo elemento da lei scoperto (insieme al Radio) che gli è valso il primo Nobel.
A Varsavia la sua casa natale è diventata un museo e il centro storico, distrutto dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, è stato ricostruito con i pezzi originali tanto da essere molto simile a com’era quando Marie era bambina.
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2 commenti
Grazie! E la lista è ancora tutta da costruire. Barbara diceva di aggiungere Amalia Rodriguez a Lisbona. A Roma pensavo forse a Beatrice Cenci, che uccide il padre-aguzzino, o Cornelia, la madre dei Gracchi, che rifiuta (secondo la leggenda) di sposare il re d’Egitto
Calamity questo non un post …. istigazione al viaggio!!
Bello davvero