
Ci sono cacciatori, pescatori, suonatori, atleti e giocolieri. Delfini, leoni, leopardi. Cerberi, giganti e ciclopi. Un circo incantato per grandi ma anche per bambini che, alla necropoli di Tarquinia, si trovano immersi in un mondo scomparso oltre 2.500 anni fa (le tombe più antiche al VII secolo avanti Cristo ) ma che rivive, in vividi colori, davanti ai loro occhi.

Necropoli di Tarquinia: un itinerario per bambini
Delle migliaia di tombe presenti alla Necropoli di Monterozzi, solo una ventina sono aperte al pubblico. Anche queste però, rappresentano una visita impegnativa per bimbi più piccoli. Piccolè (4 anni) ne ha visitate due o tre, poi si è messa a giocare felice tra i ruderi del parco archeologico. Non so quanto le resterrà, ma ci sta prendendo gusto alle “scampagnate archeologiche” vicino a Roma (qui i racconti di quando siamo andate a Ostia antica e a Villa Adriana a Tivoli).
Per bambini un po’ più grandi, e in particolare per le scuole, è previsto un itinerario speciale, Con gli occhi di un bambino etrusco, che tocca le sette tombe più significative.

- Tomba dei giocolieri,
- Tomba del fior di Loto,
- Tomba delle leonesse,
- Tomba della caccia e della Pesca,
- Tomba dei caronti,
- Tomba 5636,
- Tomba dei leopardi.
Peccato, però, che manca la mia tomba preferita, quella della Pulcella (la giovane ancella). Rappresenta un banchetto e, anche se è stata deturpata dai tombaroli, i volti superstiti sembrano proprio quelli che incontri in questa zona della Tuscia.
Dopo la necropoli, abbiamo fatto un giro anche al Museo archeologico nazionale tarquinense. Qui Piccolè è rimasta a bocca aperta davanti ai cavalli alati, che decoravano un tempio etrusco, l’ara della regina. Altro che unicorni e my little pony!

PS Attenzione! L’ingresso alla necropoli di Tarquinia è gratuito, come quello di molti luoghi di cultura statali, la prima domenica di ogni mese.
