Un vecchio imperatore filosofo in fuga dai riti e dai complotti di Roma, un mistero, ruderi preziosi e affascinanti disseminati nella campagna di Tivoli. E, in ogni fontana, tartarughe marine, rane e carpe giganti. Con queste premesse, eravamo sicuri che una gita a villa Adriana con i bambini sarebbe stata una bella idea.
Gita a Villa Adriana con i bambini
Villa Adriana a Tivoli riunisce il meglio dei luoghi amati dal sovrano nei suoi viaggi in giro per il mondo, dalla Grecia, all’Egitto, al Danubio e ha il fascino di un sogno ad occhi aperti. È uno dei miei posti preferiti per una gita nei dintorni di Roma (che è a meno di 30 chilometri), da quando ho letto le Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar. Una statua del giovane Antinoo, poi, vista da bambina durante un viaggio in Grecia con i miei genitori, ha fatto innamorare anche me dell’amore disperato dell’imperatore per il ragazzo.
Questa era la prima volta che portavo Piccolè a villa Adriana, anche se la bimba era già stata qui nel pancione, quando ero incinta, in una di quelle sere in cui la villa resta aperta per concerti e spettacoli. Allora avevo visto “Verso Medea” di Emma Dante (lo avevo raccontato in Cose da vietare in gravidanza, o forse no).
È
In fondo direi che questa nostra prima visita a villa Adriana con i bambini è stata successo, anche se – come al solito – abbiamo passato più tempo a correre, saltare, arrampicarci sugli ulivi e cercare animali nei 40 ettari del parco che a goderci i monumenti. Non so quanto potrà rimanere di un’esperienza come questa a una bimba di soli tre anni, ma ho provato a raccontare a Piccolè un po’ la storia di Adriano da come la ricordavo dal romanzo. È diventata la fiaba di un imperatore soldato che odiava la guerra e di un principe che ai nobili preferiva i barbari. La bambina sembrava affascinata.
Parla Adriano
“Se fosse durata troppo a lungo, la vita di Roma m’avrebbe inasprito, corrotto o logorato. Tornare alle armi mi salvò. La vita militare comporta anch’essa qualche compromesso, ma meno impegnativo. Partire con l’esercito significava viaggiare: partii folle di gioia. (…). Frequentare i barbari mi piaceva”.
“Non avevo l’ingenuità di credere che dipendesse solo e sempre da noi evitare qualsiasi guerra: ma volevo che si combattessero solo quelle difensive (…) Qualsiasi ingrandimento nel già vasto organismo dell’impero, mi faceva l’effetto d’una escrescenza malsana, un cancro, un’idropisia che avrebbe finito per ucciderci”.
“Fino a oggi, tutti i popoli sono periti per mancanza di generosità: Sparta sarebbe sopravvissuta più a lungo se avesse interessato gli iloti alla sua sopravvivenza. (…) Tenevo a che la più diseredata delle creature, lo schiavo che sgombra le cloache delle città, il barbaro che si aggira minaccioso alle frontiere, avessero interesse a veder durare Roma”.
da Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar.
ps Stiamo diventando degli appassionati di scampagnate archeologiche con i bambini. Ecco i racconti di com’è andata a Ostia Antica e alla Villa di Massenzio, sull’Appia Antica.