A che ora era stata l’ultima volta che avevi allattato il bambino? Quanto era durata? Dove eravate? In che posizione? Quale luce era accesa o spenta? La porta era aperta o chiusa? C’erano state coccole prima o dopo? A che ora era andato a nanna? Aveva molto sonno? Come si era addormentato? Aveva il ciuccio o no? Come eri vestita tu? E lui? Quanta gradi segnava il termometro? E che avevi mangiato? A che ora? Cosa avevate fatto quel giorno? Eravate stati molto in casa? Eravate usciti? Chi avevate incontrato? Avevate ascoltato della musica? E che cosa? A che volume?
20 e più domande alla ricerca della ricetta del sonno senza risvegli
Il Picinin a due mesi ha fatto la sua prima notte di sonno continuo, senza risvegli, dalle 11 alle 6. Anche con la sorellina era successo, ma poi qualcosa si è rotto e non ha dormito per i due anni successivi (lo raccontavo in Se sette ore vi sembran poche). Stavolta non deve accadere. Così il papà cerca di ricostruire passo passo le condizioni che hanno portato alla notte miracolosa interrogandomi.
Forse ripetendo meticolosamente ogni passaggio fino al più piccolo dettaglio l’incantesimo si ripeterà. Il fatto poi che la prima notte di sonno del bambino sia arrivata a più di 4 mila km di distanza da casa, mentre siamo in vacanza sull’isola di La Palma complica solo poco poco le cose. Volevamo una scusa per non tornare più? L’abbiamo trovata.
Aggiornamento del 7 febbraio da una fredda giornata di inverno a Roma
Niente da fare, non ha funzionato nemmeno stavolta.